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Approvata la nuova legge sulla partecipazione societaria dei lavoratori

Approvata la nuova legge sulla partecipazione societaria dei lavoratori
Data di pubblicazione
15 mag 2025
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La nuova legge sulla partecipazione societaria dei lavoratori, approvata dal Senato il 14 maggio 2025 ma non ancora in vigore, introduce strumenti innovativi per rafforzare il coinvolgimento dei dipendenti nella gestione aziendale.

Le principali novità riguardano la possibilità di rappresentanza dei lavoratori negli organi societari, incentivi fiscali per i premi di risultato e partecipazione agli utili, piani di partecipazione finanziaria, istituzione di commissioni paritetiche e nuove figure aziendali dedicate a formazione, welfare e inclusione. L’adesione alle misure resta volontaria per le imprese, che potranno scegliere se adottare le nuove forme di partecipazione in base alle proprie esigenze e alla contrattazione collettiva.

Introduzione

Il 14 maggio 2025 il Senato ha approvato in via definitiva la proposta di iniziativa popolare promossa dalla Cisl. La proposta promuove – in attuazione dell’articolo 46 della Costituzione e richiamando i principi della Direttiva europea 2002/14/CE – la partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa nelle sue diverse forme (gestionale, economica e finanziaria, organizzativa e consultiva) attraverso una disciplina più chiara ed uniforme della materia.

Principali novità

Di seguito, si illustrano le principali novità introdotte dal provvedimento:

Possibilità di partecipazione dei lavoratori negli organi societari

È stata, innanzitutto, introdotta la possibilità per i rappresentanti degli interessi dei lavoratori di essere presenti negli organi societari delle imprese. In particolare, la presenza dei lavoratori può essere prevista dallo statuto societario nel "consiglio di sorveglianza" nelle società per azioni (o in accomandita per azioni) organizzate secondo il cosiddetto modello dualistico o nel consiglio di amministrazione nelle società organizzate secondo il modello monistico. Tale partecipazione deve essere disciplinata all’interno della contrattazione collettiva.

Premi di risultato e partecipazione agli utili

Inoltre, vi è una modifica transitoria della disciplina fiscale relativa ai premi di risultato e alle forme di partecipazione agli utili d’impresa. In particolare, sono previste agevolazioni sull’imposta sostitutiva IRPEF e sulle relative addizionali regionali e comunali, al fine di incentivare la distribuzione di premi e utili ai lavoratori.

Piani di partecipazione finanziaria

Viene, poi, introdotta una disciplina fiscale transitoria per i dividendi corrisposti ai lavoratori e derivanti dalle azioni attribuite in sostituzione di premi di risultato. In particolare, per le aziende che adottano il modello partecipativo, tali dividendi sono esenti dalle imposte sui redditi per il 50% del loro ammontare, per un importo non superiore a 1.500 euro annui.

Commissioni paritetiche

Ai sensi della nuova legge, le imprese potranno promuovere la costituzione di commissioni paritetiche, composte in egual numero da rappresentanti dell’azienda e dei lavoratori. Queste commissioni avranno il compito di elaborare proposte per il miglioramento e l’innovazione dei prodotti, dei processi produttivi, dei servizi e dell’organizzazione del lavoro.

Nuove figure aziendali e inclusione

L’organigramma aziendale potrà includere, sulla base di contratti collettivi aziendali, figure specifiche come i referenti per la formazione, i piani di welfare, le politiche retributive, la qualità dei luoghi di lavoro, la conciliazione vita-lavoro, la genitorialità, la diversità e l’inclusione delle persone con disabilità. Anche le imprese con meno di 35 dipendenti potranno favorire forme di partecipazione dei lavoratori, anche tramite enti bilaterali.

Consultazione

Nell’ambito delle commissioni paritetiche disciplinate dai contratti collettivi, le rappresentanze sindacali unitarie, aziendali o – in loro assenza – i rappresentanti dei lavoratori e le strutture territoriali degli enti bilaterali di settore potranno essere preventivamente consultati sulle scelte aziendali. Sono previsti tempi e modalità specifiche per la consultazione.

Formazione dei rappresentanti dei lavoratori

È previsto un obbligo minimo di dieci ore annue di formazione per i rappresentanti dei lavoratori che fanno parte delle commissioni paritetiche o degli organi societari, ai fini dello sviluppo delle conoscenze e delle competenze necessarie.

Commissione nazionale permanente per la partecipazione dei lavoratori

Viene istituita presso il CNEL una Commissione nazionale permanente dedicata alla partecipazione dei lavoratori, con il compito di monitorare e promuovere l’attuazione delle nuove disposizioni.

Sfide e opportunità per le imprese

L’approvazione definitiva della legge sulla partecipazione dei lavoratori rappresenta un passaggio di grande rilievo nel panorama delle relazioni industriali italiane che sono state finora refrattarie all’idea di includere i lavoratori nella partecipazione attiva alla gestione delle aziende (come, invece, avviene da tempo ad esempio negli Stati Uniti e, in parte, in Germania).

Si tratta di un intervento normativo che, per la prima volta in modo organico e strutturato, promuove forme moderne e avanzate di coinvolgimento dei lavoratori nella vita delle imprese. In un contesto segnato da profonde trasformazioni economiche, tecnologiche e sociali, la scelta di favorire un modello partecipativo si rivela particolarmente strategica: la collaborazione tra imprese e lavoratori, infatti, può costituire un fattore decisivo per uno sviluppo più inclusivo, sostenibile e competitivo.

La legge garantisce la volontarietà dell’adesione da parte delle imprese. Il legislatore ha infatti scelto di non imporre un obbligo generalizzato di implementazione delle nuove forme di partecipazione, ma di lasciare alle singole aziende la facoltà di valutare se e come adottarle (in conformità con quanto sarà previsto dalla contrattazione collettiva), in funzione delle proprie caratteristiche organizzative e delle dinamiche delle relazioni industriali. La mancata previsione di forme di partecipazione negli statuti societari o nei contratti collettivi equivale, di fatto, a una scelta di non aderire, senza la necessità di una procedura formale o di una dichiarazione esplicita.

Le imprese sono ora chiamate a riflettere sulle opportunità offerte dalla nuova legge. L’adozione di strumenti partecipativi può rappresentare un vantaggio competitivo, favorendo un clima aziendale più collaborativo, una maggiore motivazione dei lavoratori e una migliore gestione dei cambiamenti organizzativi nonché un beneficio da un punto di vista fiscale. Tuttavia, la scelta di aderire o meno dovrà essere ponderata attentamente, considerando le specificità aziendali, le aspettative dei lavoratori e le condizioni del mercato.

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